Il Genio

E-zine , di Ninni Radicini , sulla vita del Principe Antonio de Curtis e sulle opere artistiche di Tot≥


Numero V - Gennaio 1998








Sommario



  1. Tot≥ e la criminologia
  2. Sulla scoperte delle canzoni di Antonio de Curtis
  3. Zone di Memoria
  4. "E poi dice che uno di butta a .... !"
  5. Qualche considerazione su Carlo Ludovico Bragaglia e Tot≥.




Tot≥ e la criminologia


Nel 1959 , Tot≥ fu tra gli interpreti di un film che aveva per titolo , "I ladri".
Era diretto da
Lucio Fulci.
Anzi fu il suo primo film. Non ebbe un grande successo al botteghino , ma rappresenta comunque per il regista il punto di inizio di una carriera che lo vedrα dietro la macchina da presa di film di vario genere, dalla Commedia all ' Horror , dal Dramma sociale allo Splatter, sul momento poco apprezzati dalla critica , ma come si usa in queste cose, in parte giα rivalutati dopo la sua scomparsa , avvenuta nel marzo 1996.
Tot≥ non Φ il protagonista del film, ma ha un ruolo da guest star, ( seppure funzionale alla intera trama ), interpretando la parte di un commissario a Napoli, che indaga per il ritrovamento , nel capoluogo partenopeo ,della refurtiva di una rapina compiuta nel Stati Uniti.
A suo fianco , nella parte di un suo funzionario , vi Φ Enzo Turco , attore caratterista di notevoli capacitα interpretative , che tutti ricorderanno a fianco di Tot≥ nel film "
Miseria e Nobiltα", diretto da Mario Mattoli, nel 1954.
Gli attori caratteristi oggi sono rari. Invece negli anni 50 erano inflazionati , nel senso che ve ne erano molti e di ottime qualitα , il che per paradosso non permise la valorizzazione completa ( celebritα internazionale ) di molti di loro : si pensi a
Galeazzo Benti.
Torniamo al film.
Il compito di Tot≥ e del suo funzionario Φ scoprire i colpevoli e la refurtiva. Non sembra facile, e infatti arriva la collaborazione dei suoi colleghi statunitensi.
E la contesa culturale - investigativa Φ inevitabile.
E proprio da un dialogo tra Tot≥ e un suo collega americano si sviluppa una scena celebre; che poi Φ il motivo di questo articolo.
Tot≥ , il suo funzionario, e l ' investigatore statunitense si trovano all' interno di un laboratorio, dove un un tecnico della scientifica ha detto di aver compiuto una scoperta durante indagini : ha trovato un capello.
Tot≥ , all ' inizio, non sembra troppo convinto della efficacia della scoperta, l ' investigatore americano invece si dimostra interessato.
E qui che c'Φ il primo snodo culturale tra i due.
Lo statunitense infatti , dice che durante un indagine anche l ' elemento pi∙ semplice o trascurabile pu≥ risultare decisivo per la scoperta del colpevole.
E cita un esempio.
Dice che loro , negli USA, possono risalire al colpevole di un reato anche attraverso un fiammifero !
[ E non si meravigli Tot≥ !? ]
Perche loro dal fiammifero risalgono al produttore , dal produttore al venditore della scatola che lo conteneva e da qui , restringendo il campo , al possibile colpevole e quindi al vero colpevole.
[ Sensazionale ! ( pensano coloro che ascoltano ) ]
Tot≥ pu≥ sembrare spiazzato ma la sua genialitα pu≥ competere con qualunque scienza.
Non ha un momento di esitazione e appena il suo collega ha finito di lodare le loro capacitα lui continua dicendo che loro, in Italia, sono capaci di fare molto di pi∙ !
Non c' Φ bisogno nemmeno di un fiammifero per scoprire il colpevole.
A loro basta anche solo un capello !
Tutti naturalmente rimangono meravigliati, compreso il suo funzionario.
Ma come Φ possibile ?
Noi , dice Tot≥ , se sul luogo dove Φ stato commesso un reato troviamo un capello possiamo far compiere un grande passo avanti alle indagini.
PerchΘ noi , prendiamo il capello e lo facciamo accoppiare con una
"capella" (!?).
( Altra meraviglia dei presenti ).
Da questa unione nasce il
"capellino".
Noi lo facciamo crescere, e quindi lo portiamo in giro , cominciando a dire
"Chi ha perduto questo capello ?".
Quello che risponde , dicendo di esserne il proprietario, ecco .... , lui Φ il colpevole !!
Straordinario !
L ' investigatore americano Φ meravigliato e annichilito.
In confronto alla prova del capello , tutti i loro metodi di indagine sono superati.
Lo spettatore Φ , come naturale , divertito da una scena di questo tipo in cui la fantasia del Principe va a tutta velocitα.
La fantasia e la genialitα trovano a volte dei punti di contatto , e la genialitα certe volte contiene degli elementi di innovazione che si ritroveranno nel futuro.
Forse Φ per questo motivo che la mia sorpresa per quanto sto per dirvi , Φ stata razionalizzata.
Circa tre anni fa , nel maggio 1995 , mentre leggevo un giornale fui attratto da una notizia riportata nella colonna delle notizie in breve.
La notizia arrivava dalla Gran Bretagna.
A Londra era stato attivato un archivio criminale genetico.
Da quel momento tutti coloro che verranno arrestati dovranno lasciare qualche loro capello , che servirα ai tecnici della scientifica per ricostruire il loro DNA, creando in tal modo una impronta genetica che verrα conservata in quello che si considera il primo archivio criminale genetico.
La legge , in riferimento alla tutela delle libertα civili, prevede comunque la cancellazione di queste impronte nell ' archivio qualora l ' arrestato non verrα poi condannato.
Non so come il lettore interpreti questa situazione.
Credo che quella intuizione "sul capello", in anticipo di pi∙ di 35 anni sulla realtα, che il Principe ebbe ne " I ladri" , sia una di quelle genialitα che risultano divertenti, in considerazione del contesto del film , e geniali in prospettiva.
Il fatto Φ che per Tot≥ una scena e una battuta di quel tipo non erano una eccezione.
Erano la normalitα.
Tot≥ di "invenzioni" ne produsse molte.
Per paradosso , forse talmente tante da diminuirne la spendibilitα.
Un po' come gli Spagnoli nel 500 che dall ' America del Sud , portarono talmente tanto oro in Europa da crearvi non condizioni di ricchezza diffusa, ma inflazione e povertα.
Qualche estimatore del cinema di Tot≥ potrebbe dire ,con un po' di malizia , che se certi attori comici ( "moderni") , pensassero, in tutta la loro carriera, una sola battuta anche soltanto con il 50% della genialitα di quelle di Tot≥ ( per esempio quella argomentata in questo articolo) , sarebbero subito considerati
Cattedratici della Comicitα, scriverebbero libri ed editoriali, e sarebbero invitati in tutte le trasmissioni televisive, dove verrebbero applauditi dal pubblico in sala, ottenendo anche la attenzione ammirata del pubblico a casa.

Ma naturalmente non c'Φ bisogno di pensare tanto.


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Sulla scoperta delle canzoni di Antonio de Curtis


Tra la fine di Novembre e l ' inizio di Dicembre del 97 , sui giornali si Φ potuta la leggere la notizia della scoperta di 3 canzoni inedite scritte dal Principe.
Le tre canzoni sono state scoperte da Liliana de Curtis.
Due brani malinconici - "
Me deciste ' na sera" e "Mammarella ' e chistu core"- e il terzo ritmato - "Me so' scurdato 'e te".
Negli stessi giorni Φ stato presentato il disco "Il cuore di Tot≥" con le tre canzoni, scritte nei primi anni 50 , e altri successi interpretati dalla attrice e cantante Mariangela
D' Abbraccio accompagnata da quattro musicisti.
Un settore , quello musicale , in cui il Principe si trovava a proprio agio , sia per la realizzazione dei testi , che esige una razionalizzazione poetica dei propri sentimenti, sia per la composizione della musica , dato che il Principe suonava , seppur da dilettante , il pianoforte.
Per quanto riguarda la prima qualitα , credo che nessuno potrebbe dubitarne soprattutto in virt∙ delle meravigliose poesie scritte.
Che sono meravigliose perchΘ qualunque persona le legga , accademico o ignorante, riuscirα a "vederle".
Questa sua qualitα insieme con la capacitα di suonare uno strumento musicale ha reso Antonio de Curtis autore di tante canzoni celebri , tra le quali Φ impossibile non ricordare "
Malafemmena", senza dubbio, una tra le canzoni italiane pi∙ celebri di tutti i tempi , amplificata nella sua efficacia dal testo in lingua Napoletana.
Certo , Tot≥ Φ visto dal pubblico prima di tutto come un attore comico.
Ma le sue poesie e le sue canzoni, dimostrano che il Principe Antonio de Curtis Φ stato un Artista.
Un Artista nella accezione Rinascimentale.


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Zone di Memoria


Una delle condizioni per la "immortalitα" di un attore comico Φ la sua capacitα di creare qualche "tormentone".
Una frase , un modo di dire, che il pubblico memorizzi e che magari ripeta anche per suggellare qualche episodio della sua stessa vita.
Il "tormentone" credo sia, per il comico, l ' equivalente di una formula scientifica per un fisico, perchΘ pu≥ diventare la chiave di volta della sua carriera.
Ma se nella formula scientifica la sistematicitα dello studio e la intuizione sono pi∙ o meno complementari, il tormentone Φ l 'effetto soprattutto della genialitα e del virtuosismo del comico.
Anzi, se l ' attore comico prova anche soltanto ad accostarvi la razionalitα , tentando di creare il tormentone "in laboratorio" ha buone probabilitα di non arrivare a nulla.
E semmai arrivi a qualcosa, il risultato , potrebbe risultare molto mediocre.
Perche il modo di dire , la frase ad effetto , ( ma la questione si pu≥ estendere alla
comicitα ) non si crea : esiste da qualche parte nella mente dell' attore.
L ' attore deve essere capace di illuminare questa zona di memoria, e la luce Φ la sua capacitα di interpretare il contesto in cui vive.
Ecco la discriminante dell ' attore comico.
Esistono , ad esempio , i "grandi" attori drammatici , i "buoni" attori drammatici, e gli attori drammatici che hanno le capacitα "per migliorarsi".
Ma queste differenze non possono essere utilizzate per l ' attore comico.
PerchΦ non esiste l ' attore comico " di buon livello ".
Pu≥ esistere solo l ' attore comico , che possiede la capacitα di essere comico.
Non c'Φ bisogno di qualificarlo per il grado di bravura : la comicitα non ha vie di mezzo.
Per questo motivo la sola specificazione di "comico" , per un attore dovrebbe essere giα indicativa di bravura , e capacitα.
L ' attore comico , se Φ davvero comico , Φ giα un grande attore.
I "Sei personaggi in cerca d' autore" con Enrico Maria Salerno Φ stata una grande rappresentazione drammatica pirandelliana.
Lo stesso testo , con un altro attore protagonista assumerα una valenza a se stante, differente da quella precedente.
Ma la rappresentazione , al di la delle differenze tra i protagonisti , farα rimanere il pubblico pur sempre all ' interno de "I sei personaggi in cerca d' autore".
Ma un film ( o una scena ) in cui il protagonista Φ un attore comico, o pi∙ di uno , non pu≥ pu≥ essere ripreso da altri.
Immaginate "
Tot≥ Peppino e la Malafemmena" , dove nelle parti dei Due vi sono altri due.
Ecco perchΘ il "tormentone" , Φ normale per un attore come Tot≥.
PerchΘ lui ha giα le capacitα per crearlo.
Ed a suo uso esclusivo.
Non Φ un effetto.
E ' una causa.
Una delle cause della sua genialitα.


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"E poi dice che uno di butta a .... !"


A proposito di tormentoni e di battute, una delle pi∙ celebri Φ senz' altro : "
...E poi dice che uno si butta a sinistra.. !".
Questa frase nel contesto degli anni 50 - inizio 60 , comunque prima dei governi di centro-sinistra, poteva lasciare intendere anche qualcosa di simile al qualunquismo.
Credo che per≥ la frase non abbia un tono d' attacco.
E ' pi∙ simile ad uno sdegno, per una realtα ingiustificabile.
La parte iniziale della frase "
... E poi dice ..." fa pensare a uno scenario dove una persona inserita in un sistema, ormai quasi integrata, con uno spirito critico ormai vicino alla interruzione, si rivolge ad un interlocutore immediato ( in quanto terminale del sistema ), e gli lascia intendere qualcosa del tipo : " E mai possibile che non sappiate far meglio ?"
In questo caso, avrebbe detto il personaggio interpretato da Tot≥, come si fa a biasimare uno che "
.. si butta a sinistra" ?
Ma tutti coloro che pensarono ad una connotazione qualunquista furono presi in contropiede dal Principe.
In uno degli episodi interpretati per la TV negli anni 60, Tot≥ all ' interno di un ufficio di collocamento di fronte ai rifiuti di uno degli impiegati , pronuncia la frase in oggetto , variando la collocazione politica.
A sinistra , a destra , e a centro.
A proposito di questa frase Φ interessante il passo di una intervista a Franca Faldini, su' Il Giornale ' del 28/11/1994, il cui titolo Φ :" No, non Φ ancora nato l' erede di Tot≥".

Domanda

" E poi dice che uno si butta a sinistra " Φ una delle espressioni simbolo del frasario del comico. Ma lui oggi da che parte si butterebbe ?

Risposta

Sicuramente non sarebbe di destra. Quando ci siamo conosciuti io per metα ebrea , lui figlio illeggitimo , mi raccont≥ che proprio per la sua posizione di aperto dissenso nei confronti del regime , per la fronda che faceva dal palcoscenico , i nazifascisti buttarono una bomba al Valle".


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Qualche considerazione su Carlo Ludovico Bragaglia e Tot≥


Domenica 4 Gennaio 1998 , mentre in Italia il dilemma principale era Inter o Juve , a Roma , Carlo Ludovico Bragaglia decideva di esercitare la sua intelligenza scintillante in qualche altro luogo, dopo aver trascorso in modo iperattivo e instancabile , 103 anni su questa terra, cominciati nel 1894 a Frosinone.
In 70 anni di carriera, diresse 65 film, passando con continuitα tra vari generi : dai
Telefoni bianchi al Peplum.
Il suo primo lungometraggio Φ del 1933 , "O la borsa o la vita" con Sergio Tofano.
L ' ultimo film da lui diretto fu nel 1963 , " I tre moschettieri" interpretato, tra gli altri , da Peppino De Filippo , Nino Taranto , Aldo Fabrizi, Macario ,Carlo Croccolo.
Vorrei ricordare Bragaglia , in particolare , nella sua attivitα cinematografica a fianco di Tot≥.
Bragaglia lo ha diretto in 6 film.

1) Animali pazzi (1939)
2) Tot≥ le Mok≥ ( 1949)
3) Tot≥ cerca moglie ( 1950 )
4) Figaro qua Figaro lα ( 1950)
5) Le sei mogli di Barbabl∙ ( 1950 )
6) 47 morto che parla ( 1950 )

La scansione delle date Φ importante.
Il primo "Animali pazzi" , fu .. il secondo interpretato da Tot≥.
Poi ci fu un intervallo di 10 anni, dopo il quale diresse" Tot≥ le Mok≥".
E seguirono 4 film nello stesso anno nel 1950.
Non Φ inusuale che si metta in relazione la carriera di Tot≥ con quella di Bragaglia.
In realtα , credo , che forse questa interdipendenza sia stata un po' accentuata, perchΦ penso che non si possa considerare assoluta , totalizzante, per la carriera di entrambi.
Faccio questa considerazione, non tanto da un punto di vista artistico, quanto per il tempo in cui lavorarono insieme.
Il personaggio "Tot≥" ammesso ( ma non concesso ) , che sia sempre riconducibile alla piccola borghesia, non nasce giα definito.
Si struttura nel tempo.
Cos∞ come la societα italiana degli anni 40 Φ differente da quella degli anni 50 , e lo Φ ancora di pi∙ da quella degli anni 60, allo stesso modo Tot≥ cambia , o meglio si costruisce a strati integrati.
Il Tot≥ degli anni 40 Φ diverso da quello degli anni 50.
Ma quest' ultimo non ha sostituito quello precedente : si Φ aggiunto.
Questa premessa dovrebbe essere necessaria per poter dire che il legame tra Tot≥ e Bragaglia fu forte all ' inizio degli anni 50, ma non stabilizz≥ la evoluzione di Tot≥.
Basterebbe solo provare a osservare , ad esempio, tre film girati a circa 10 anni di distanza, per potere notare che non si sta vedendo lo stesso Tot≥.
( E la questione vale anche per gli stessi film di Bragaglia.)
Il Tot≥ di "Animali Pazzi" ('39) Φ giα diverso da quello pi∙ articolato di "Tot≥ le Moko" ('49), ed molto diverso da quello di "Tot≥ e Peppino divisi a Berlino" ( '61).
Il valore del rapporto cinematografico tra Tot≥ e Bragaglia, fu per≥ incontestabile.
E Tot≥ ne benefici≥ molto, perchΘ ebbe la fortuna ( machiavellica ) di incontrare , mentre il suo personaggio era in costruzione, Bragaglia che aveva come punto di partenza del suo lavoro la sperimentazione e la attenzione alle avanguardie culturali dell 'inizio 900, fulcro della sua carriera teatrale sancita nel 1922 quando, insieme al fratello Anton Giulio , fond≥ il
Teatro degli Indipendenti.
Durante questo periodo firm≥ un gran numero di regie teatrali.
Ne beneficiarono entrambi.
Penso che , nel complesso, il pi∙ divertente dei loro film sia "Tot≥ le Mok≥".
E che il pi∙ folle sia "Tot≥ cerca moglie" , con Tot≥ in un diluvio di considerazioni sull ' arte.
"47 morto che parla" ha un inizio favoloso.
Soprattutto la scena in cui Tot≥ si reca da un macellaio per acquistare un po' di carne, e riesce non solo a non pagare il conto , ... ma anche a farsi dare il resto !!
E poi la scena in cui il suo cameriere tuttofare ( Carlo Croccolo ) gli dice che il loro cavallo Φ morto , probabilmente di fame ( ma si scoprirα che Φ in catalessi).
Tot≥ allora gli chiede se beveva acqua.
Tot≥ applicava una sua logica : l 'abbondanza di acqua avrebbe dovuto compensare la scarsezza di cibo !
Questi film hanno delle caratteristiche piuttosto originali e una trama, e si nota soprattutto l' umorismo di Tot≥.
Bragaglia aveva un suo stile che non Φ riconducibile alla commedia dell ' arte, che da lui fu stemperata con la sua cultura teatrale, ottenendo un genere cinematografico piuttosto originale.
Non se questa variante fosse la pi∙ adatta a utilizzare tutte le qualitα geniali di Tot≥ , ma comunque gli permise di cimentarvisi , con ottimi risultati.
Carlo Ludovico Bragaglia e Antonio de Curtis condivisero anche la superstizione nei confronti della morte.
Bragaglia si era fatto costruire una tomba a Capri , dove ogni anno portava dei fiori, perchΦ cos∞ pensava che non sarebbe mai morto.
Il Principe , tra le sue sue varie superstizioni , giα a 30 anni si era fatto costruire una tomba nel cimitero del Pianto di Napoli con 47 posti , la sua data di nascita incisa e quella di morte lasciata in bianco.
"
Andremo tutti l∞ , cani compresi, vista la disponibilitα", ebbe a dire, come ricorda Liliana de Curtis in una intervista al Venerd∞ de la ' Repubblica ' nel 1995.


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